Religioni in dialogo

Nell’anno 2018 la televisione svizzera ha presentato un documentario in più parti intitolato «WG der Religionen». Una donna musulmana, un cristiano, un ebreo, una buddista e un ateo vivono in un appartamento condiviso per circa tre settimane e sono seguiti dalla telecamera.

Traduzione dal tedesco: Italo L. Cherubini

Il progetto dimostra che non c’è dialogo tra le religioni in quanto tali. Sono persone concrete che si incontrano e – in questo caso – si trattano con rispetto. Le linee guida culturali, la storia familiare, la personalità giocano un ruolo tanto importante quanto la loro impronta religiosa. La maggior parte dei partecipanti al gruppo erano giovani. Il loro compito era quello di trasmettere il fascino delle loro convinzioni personali agli altri membri del gruppo.

I cristiani sono capaci di dialogare? Alcuni passi biblici e alcuni principi dottrinali cattolici sottolineano la pretesa esclusiva del cristiano alla verità. Altre voci chiedono, grazie anche ai testi conciliari, un dialogo allo stesso livello e la disponibilità a riconoscere la verità e la salvezza per le altre religioni.

Riconoscimento del pluralismo

Oggi il pluralismo religioso è un fatto socio-politico, e il riconoscimento delle altre religioni è, in un certo senso, un imperativo del momento, dovuto alla pace e al futuro del pianeta. Ma al di là degli imperativi etici, al di là del rispetto della libertà religiosa e della richiesta di cooperazione, c’è anche un interesse teologico per l’altro e la sua verità? Il gesuita Felix Körner descrive come ha potuto imparare dalle altre religioni e crescere nella fede attraverso di esse:

«Ho cominciato a capire il Vangelo solo quando ho cominciato a parlare con i musulmani delle questioni difficili – e ho cominciato a studiare di nuovo la nostra teologia attraverso queste domande. […] Nuove esperienze, anche testimonianze straniere ci aiutano a scandagliare sempre più profondamente ciò che già si vive più pienamente nel Mistero Pasquale: il futuro finale del mondo. Così posso anche ascoltare il Corano come rivelazione.»1

Il pluralismo delle religioni non deve essere letto come una minaccia, ma può diventare una sfida per comprendere meglio il proprio punto di vista partendo da quello dell’altro. Le religioni hanno bisogno l’una dell’altra, non solo per i loro punti in comune, ma anche per le loro differenze.2 Il riconoscimento dell’altro porta ad un processo di auto-chiarimento, forma l’identità e permette il cambiamento. «Al Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica ha fatto questo salto di qualità. Si interroga su sé stessa e sugli altri»3

Papa Francesco e Ahmad Mohammad al-Tayyeb, Grand Imam della Moschea al-Azhar e dell’Università del Cairo, si baciano dopo aver firmato un documento contro l’estremismo. Le due autorità religiose si sono incontrate alla «Conferenza interreligiosa sulla fraternità umana» ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019.

Dialogo tra le religioni

Il Concilio Vaticano II si pone sul terreno del pluralismo. Mette la Chiesa cattolica e le religioni non cristiane di fronte alle stesse domande e invita ad uno scambio creativo:

«Gli uomini attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell’uomo: che cos’è l’uomo? Qual è il significato e l’obiettivo della nostra vita? Qual è il bene, qual è il peccato? […] Qual è l’ultimo e indicibile segreto della nostra esistenza, da cui veniamo e dove andiamo?»4

Su questa base – la religione come replica del mistero più profondo dell’esistenza umana – si può pensare all’equivalenza e al valore intrinseco delle religioni. Con i miti e la meditazione, con i riti sacri, gli insegnamenti e le regole di vita, le religioni danno sempre le loro risposte. «La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni.» (Nostra Aetate 2) Le religioni sono comprese dall’interno e sono riconosciute nelle loro espressioni e nei loro valori. Sono la religione di altre persone.

«L’interreligiosità […] non è un accordo di fede. Vogliamo essere amici nella differenza, amici che non devono spiegare che credono la stessa cosa prima di potersi riunire e lavorare insieme.»5

4° Preghiera interreligiosa per la pace nel mondo ad Assisi il 27 ottobre 2011

Un cristianesimo pluralista

Il riconoscimento delle religioni non cristiane nel Concilio è accompagnato da una riscoperta della storicità del cristianesimo e della pluralità della sua tradizione. Il cristianesimo non è un blocco monolitico, ma un’entità pluralista. Ha esperienza nell’affrontare le differenze. Ci sono i Sinottici e la tradizione paolina, entrambi sono espressioni della fede in Cristo. Ci sono due Testamenti, quattro Vangeli, molte chiese diverse e cristologie contestuali. Ancora oggi il cristiano è sfidato a ritrovare sé stesso nell’incontro con il mondo e con le religioni non cristiane.

«Lo Spirito di Dio soffia ovunque, ma non soffia ovunque nello stesso modo e non tutti i venti sono divini. La distinzione degli spiriti è importante, perché la religione è come una candela: posso illuminare la casa con essa e posso anche bruciarla. Pertanto in linea di principio, la cautela è necessaria per quanto riguarda la propria religione e quella degli altri, e si deve esaminare fino a che punto la rispettiva forma di religione si allontana, rende incapace o conduce l’uomo al suo destino.»6

  1. P. Felix Körner: Tiefgang, Offenheit, Profil. Zum Verhältnis von Dialog und Mission, in: Jesuiten. Mitteilungen der österreichischen Jesuiten 91 (2017), Quaderno 2, p. 4 e 5.
  2. Cfr. a riguardo anche Christian W. Troll: Unterscheiden um zu klären. Orientierung im christlich-islamischen Dialog, Freiburg i.Br. 2008.
  3. Elmar Klinger: Jesus und das Gespräch der Religionen. Das Projekt des Pluralismus, Würzburg 2006, p. 86. La Chiesa si interroga su sé stessa nella Costituzione Lumen Gentium e si vede come popolo di Dio in cammino e come luce per il mondo. Nella Costituzione pastorale Gaudium et Spes si interroga sul mondo e sugli altri, e parla della speranza delle persone come speranza della Chiesa, e della dignità delle persone come compito della Chiesa.
  4. Nostra Aetate 1. Erklärung über das Verhältnis der Kirche zu den nicht-christlichen Religionen, in: Karl Rahner / Herbert Vorgrimler (Ed.): Kleines Konzilskompendium, Freiburg 15. Edizione. 1981, 355-359, qui 355.
  5. P. Felix Körner: Tiefgang, p. 7.
  6. Josef Freise: Islamischer Glaube in der Perspektive christlicher Theologie: Wann und wo ist interreligiöser Dialog geboten, su:
    https://www.katho-nrw.de/fileadmin/_migrated/content_uploads/Josef_Freise_Islamischer_Glaube.pdf (04.02.2019)

     

    Crediti immagine Immagine 1: Pixabay/Barbara Mack; Immagine 2: Reuters/Gentile; Immagine 3: Wikimedia commons/Stephan Kölliker

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